martedì 27 ottobre 2020

Castagna scaccia raffreddore degli avi


 UNA CASTAGNA IN TASCA

LO SCACCIA RAFFREDDORE DEI NOSTRI AVI

TRADIZIONI POPOLARI 

Tipiche dell’autunno, le castagne sono un frutto molto amato e apprezzato non solo per il gusto dolce e la consistenza corposa ma anche per le loro qualità e proprietà benefiche.

Sempre in autunno è frequente prendere il raffreddore.

Ma che rapporto ci può essere tra questo malanno e le castagne?

I contadini erano soliti utilizzare un curioso e antico rimedio contro il raffreddore che sfrutta proprio le virtù benefiche della castagna. Starete immaginando un decotto a base di questo frutto, uno sciroppo o quant’altro e invece si tratta semplicemente di mettere una castagna in tasca!

PRECISIAMO..... 

In realtà va fatta una precisazione importante: la castagna da utilizzare per tenere alla larga il raffreddore non è quella che comunemente conosciamo, ma la castagna d’india o “di cavallo”, la cosiddetta castagna matta! Si tratta di quelle castagne lucide e tonde che sono il frutto dell’ippocastano e non dunque quello del castagno.

LA TRADIZIONE 

La tradizione vuole che si tenga nella tasca del cappotto per tutto l’inverno in modo tale da evitare i malanni ma c’è anche chi ritiene sia sufficiente conservarla in auto, sulla scrivania o in borsa.

Le origini della credenza derivano dalle proprietà che hanno le castagne matte nel lenire i sintomi di raffreddore e asma nei cavalli. Gli esseri umani, però, non possono in alcun caso ingerirle in quanto sono tossiche e di conseguenza pericolose.

Il principio attivo interessante per il trattamento del raffreddore è l’escina che queste castagne contengono e che ha azione antinfiammatoria oltre che utile a favorire il drenaggio linfatico e la permeabilità capillare.

E’ evidente che in questo rimedio non vi è nulla di scientifico, difficile che le proprietà di un frutto possano migrare dalla tasca ai virus presenti nell’organismo ma rimane comunque una proposta affascinante e un po’ magica, retaggio di un sistema culturale del nostro passato da non dimenticare.

Daniele Dalla Valle.

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