domenica 15 novembre 2020

Le medicine di una volta


 LE MEDICINE DI UNA VOLTA

La conoscenza dei valori terapeutici delle piante è sempre stata una necessità e questa veniva tramandata da padre in figlio fin quando la chimica farmaceutica ha iniziato a riempirci di pillole (qualche volta necessarie) e unguenti. Per il raffreddore di un bambino si cucinava un mela, la polpa poi la si mescolava con poco di mandorla e la si dava da mangiare con un cucchiaino. Anche “el vin fat boier coe scorze de pon e limon, dopo te ghe dea fogo par brusar l’alcol e teo bevea caldo” (Far bollire del vino con alcune buccie di mela e limone, poi si dava fuoco per bruciare l’alcol e lo si beveva caldo), “Un pon al dì, leva el medico d’intorno” (Una mela al giorno, tiene il medico lontano). Per guarire dalle infiammazioni dovute da spine o schegge di legno si usava la resina di pino (ha un potere battericida, e una sua componente, la trementina, è emostatica). La infusione alcolica del ginepro è ottima per le vie respiratorie e urinarie. Anche la ruta ha notevoli validità terapeutiche, combatte le vertigini, le palpitazioni di cuore, i dolori intestinali e la debolezza fisica. La salvia, come la cenere e le ragnatele, erano usate per curare ferite e piaghe. “Le broche de garofano” (chiodi di garofano) servivano anche come anestetico delle carie dentarie o per rimediare l’alito cattivo. Le foglie del “pan de Kuko” (Primavera dal lat. Primula veris L.) le si mettono con il rovescio sulla ferita che ha il pus che non esce e si fascia, in poco tempo queste lo tolgono, è anche depurativa e sedativi della tosse. L’applicazione locale di foglie di piantaggine (plantèi) per le contusioni , una volta si adoperavano queste foglie anche per le mucche quando si infortunavano, aggiungo le foglie di verza bollite e messe come impacco antidolorifico... mettere sulla gamba queste foglie che poi si umidivano e toglievano il dolore e l'infiammazione a chi soffriva di sciatica e ...l'aglio per i vermi....e tante altre e siamo qui a raccontarle. Tutti questi rimedi derivavano da esperienze che i nostri antenati avevano fatto sulla propria pelle e sopratutto per una poca fiducia verso i medici: “Chi vol star san, dai dotori stae lontan” (Chi vuole stare sano, dai dottori stia lontano) e per finire “Intant che ‘l dotor pensa, l’amalà crepa” (Nel frattempo che il dottore pensa, l’ammalato muore).Lino Pizzol

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